Solo alla fine del 2005 è potuto tornare in Italia il vaso di Assteas raffigurante il “ratto d’Europa”, uno dei più famosi tra i crateri antichi, risalente al 340 a.C circa, e realizzato dal celebre ceramista greco molto probabilmente nella sua bottega di Paestum.
Definito “il vaso più bello del mondo”, il 26 giugno 2013, dopo 8 anni dalla restituzione da parte del Paul Getty Museum all’Italia, è stato collocato in modo permanente nella restaurata Torre Borbonica di Montesarchio in provincia di Benevento. Quest’ultima appartiene al Museo Archeologico Nazionale Caudino. Pertanto, dopo lunghe vicissitudini, dal 2013 è possibile ammirare il cratere di Assteas all’interno del polo museale sito a Montesarchio.
Il vaso di Assteas, noto anche come il cratere di Assteas, è un antico vaso greco a figure rosse risalente al periodo classico del V secolo a.C. Questo vaso è famoso per la rappresentazione di una delle storie più note della mitologia greca, il mito del ratto di Europa.
Nella leggenda del ratto di Europa, Zeus, il re degli dèi dell’Olimpo, si innamorò della bellissima principessa Europa. Per conquistarla, si trasformò in un toro bianco e si avvicinò a lei mentre passeggiava con le sue amiche vicino al mare. Europa fu affascinata dalla dolcezza e la bellezza del toro e decise di salire sul suo dorso. Una volta salita, il toro la rapì e la portò via attraverso il mare fino a Creta, dove Zeus rivelò la sua vera identità.
Il cratere di Assteas raffigura questo momento cruciale della leggenda, con Europa seduta sul dorso del toro mentre viene portata via. Questa rappresentazione è stata una delle tante interpretazioni artistiche di questa storia mitologica nel corso della storia dell’arte greca e romana ed è nota per la sua bellezza e la maestria dell’artista nell’esecuzione delle figure rosse su ceramica.
Il vaso di Assteas è un’ importante testimonianza dell’arte greca antica, la sua importanza deriva non solo dall’abilità dell’artista nel descrivere con tratti semplici ma estremamente curati i soggetti, ma anche dalla sua capacità di fornire un’importante testimonianza visiva della mitologia greca e delle rappresentazioni artistiche dell’epoca. Il vaso, infatti, è noto per la sua pregevole fattura e per l’accuratezza dei dettagli nella rappresentazione delle figure e dei personaggi mitologici ed è un importante esempio di arte ceramica greca dell’epoca classica, un prezioso tesoro della storia dell’arte e della mitologia greca.
Realizzato dal ceramista noto come Assteas, molto attivo nell’Atene del V secolo a.C., questo cratere è famoso nel mondo per alcune sue caratteristiche che lo contraddistinguono e che lo rendono unico:
Il vaso fu rinvenuto nella necropoli sannitica di Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento, da un operaio nel corso di alcuni lavori alla rete fognaria negli anni Settanta.
Dopo essere stato venduto dall’operaio al mercato nero per un milione di lire ed un maialino, passò per il mercato antiquario e nel 1981 fu acquistato dal Paul Getty Museum di Malibu, in California, per 380.000 dollari.
Nel 2005 il cratere è stato finalmente restituito all’Italia grazie a complesse indagini investigative condotte dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; da allora è stato esposto al Museo Archeologico Nazionale di Paestum e ospitato in sedi prestigiose, come il Palazzo del Quirinale e l’UNESCO di Parigi e poi per alcuni mesi anche a Sant’Agata dei Goti.
Oggi è possibile ammirare stabilmente il celebre cratere di Assteas nel Museo Archeologico Nazionale Caudino di Montesarchio.
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