Tutta l’Italia è un vero e proprio museo a cielo aperto, ma Benevento lo è ancora di più. Capoluogo di provincia, situata nelle zone interne della Campania, è un vero e proprio scrigno ricco di tesori di arte, di storia e di cultura. E’ una cittadina tranquilla posta tra i fiumi Sabato e Calore che, insieme ai borghi nelle immediate vicinanze e disseminati nella valle del Sannio, costituisce uno dei posti più belli da visitare in Campania. La città è piena di resti romani, sanniti e longobardi, a testimonianza delle tre anime e delle origini antiche e prestigiose che ha questa città. Conosciuta come la città delle streghe, che qui vengono chiamate Janare. Si narra che le donne si riunivano ai piedi di un grosso albero di noce posto sul fiume Sabato e qui praticavano rituali magici e misteriosi legati alla cultura longobarda.
Una volta arrivati a Benevento, cosa visitare? Beh, per un’escursione giornaliera direi che c’è un bel po’ da vedere. Anche solo gironzolando per il centro cittadino senza una meta particolare, si rimane affascinati dalla bellezza delle sue viuzze strette, dai vicoli irregolari e contorti che di sera regalano atmosfere quasi magiche. La città è piuttosto piccola, quel che c’è da vedere è concentrato principalmente nel centro storico, per cui si può visitare tranquillamente a piedi. Benevento è nota anche per le sue specialità gastronomiche e per gli eccellenti vini. Durante l’escursione per le vie della città si può entrare in uno dei tanti locali tipici nei quali assaporare i piatti della tradizione campana accompagnati da un buon bicchiere di Aglianico o di Falanghina.
Ma quali sono allora le cose che si devono assolutamente vedere a Benevento? Eccone alcune, realizzando una sorta di tour da fare a piedi.
E’ l’arco romano meglio conservato in Italia, visto che le sue sculture, le scritte ed i bassorilievi sono praticamente intatti. Certamente è il simbolo più importante della città, dedicato all’imperatore Traiano e fatto costruire tra il 115 e il 117 d.c. per inaugurare la Via Traiana che collegava Benevento a Brindisi. In epoca longobarda fu inserito nella cinta muraria della città e venne chiamato Porta Aurea. Diverse sono le scene che vi sono raffigurate, fra queste quelle che rappresentano le gesta e le imprese di guerra dell’imperatore Traiano, come quelle in Germania, la conquista della Mesopotamia e della Dacia. L’arco di Traiano è facilmente raggiungibile trovandosi proprio nel cuore della città lungo una traversa del Corso Garibaldi.
Sorge a poche centinaia di metri dall’Arco di Traiano, sempre nel centro cittadino. Nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale è rimasta miracolosamente intatta, a testimoniare la grandezza e la bellezza dell’architettura longobarda. Edificata dal duca longobardo Arechi II nel 762, è di piccolissime dimensioni avendo un diametro di poco più di 23 metri e con una pianta esagonale davvero unica nel suo genere. Le volte ed i pilastri creano dei giochi di luci ed ombre davvero affascinanti, come affascinanti sono i resti degli affreschi delle absidi che con la loro espressività testimoniano la grandezza artistica dell’epoca. In epoca successiva all’anno Mille fu edificato il campanile che è situato sul lato sinistro della facciata, staccato di alcune decine di metri dalla Chiesa di Santa Sofia. Nel 2011 il monumento religioso è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Il teatro di origine romana si trova a pochi minuti di cammino dal Duomo ed è una costruzione fatta edificare dall’imperatore Adriano nel II secolo a.c., perfettamente conservata in tutta la sua maestosità e grandezza. All’epoca poteva ospitare fino a 15.000 spettatori! Riportato alla luce nel 1920, ha un diametro di 90 metri e la cavea, cioè lo spazio destinato ai posti a sedere per il pubblico, è di forma semicircolare con una lunghezza di 40 metri. La cavea anticamente doveva essere rivestita di marmi e stucchi, che solo parzialmente sono giunti fino a noi. Il Teatro era famoso nell’antichità per la sua perfetta acustica che tutt’oggi viene apprezzata negli spettacoli canori e teatrali che si tengono soprattutto nel periodo estivo.
La Rocca dei Rettori o Castello di Benevento è un’imponente e massiccia costruzione che testimonia la fusione delle anime romane, sannite e longobarde della città. Infatti, guardandolo attentamente si notano due parti ben distinte: il Torrione e il Palatium dalle architetture completamente diverse. Sorge anche questo nel cuore cittadino, a poche decine di metri di distanza dalla Chiesa di Santa Sofia. La sua origine è antichissima: per la sua posizione sopraelevata i Sanniti vi costruirono per primi una postazione difensiva intorno al IV secolo a.c. I romani vi portarono successivamente un ‘acquedotto, i Longobardi a seguire riutilizzarono il luogo ancora per scopi militari.
La Rocca dei Rettori è alta 28 metri ed è sostanzialmente il frutto di lunghi e numerosi interventi che si sono succeduti nel corso dei secoli. Fu edificata nel luogo ove sorgeva un palazzo fortificato longobardo, fatto costruire dal duca Arechi II. Questo palazzo rimase in piedi fino al 1272 ed ospitò vari pontefici, poi andò distrutto a causa dei terremoti. Solo nel 1338 la Rocca venne completamente ricostruita e divenne sede dei Rettori, i governatori della città. Oggi solamente il mastio centrale rimane dell’antica costruzione originaria. All’interno della Rocca dei Rettori ha sede una sezione del Museo del Sannio, quella storica, con numerosi reperti che testimoniano la storia e l’arte della città e delle zone limitrofe.
Ospitato all’interno del Chiostro di Santa Sofia, è una testimonianza tangibile dell’antica società sannitica. Il Chiostro di Santa Sofia sorge proprio alle spalle dell’omonima chiesa e si caratterizza per lo splendido colonnato, il giardino e i capitelli tipicamente medioevali. All’interno del museo sono ospitati numerosi reperti archeologici, vasi, opere d’arte risalenti al periodo egizio ma anche medioevale e moderno, sculture greche e romane. Ha sede anche una pinacoteca che ripercorre la storia di Benevento dall’epoca romana fino all’età moderna. Tra gli artisti contemporanei troviamo opere d’arte di Renato Guttuso e Carlo Levi, come anche opere di artisti locali come Mimmo Paladino. Anche il Chiostro di Santa Sofia, insieme alla Chiesa di Santa Sofia, è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità nel 2011.
Sempre al centro della città ma alla fine del Corso Garibaldi sorge il Duomo. Una meta obbligata per tutti i pellegrini e i devoti di Padre Pio perché nel Duomo di Benevento nel 1910 venne ordinato sacerdote. Si tratta di una costruzione maestosa, distrutta dai bombardamenti nel 1943 e ricostruita nel dopoguerra, che si lascia ammirare per la superba porta maggiore di bronzo risalente al XII secolo e chiamata Ianua Major. Tutte le antiche decorazioni, gli altari e le sculture pesantemente danneggiate dai bombardamenti sono state sapientemente restaurate e ricollocate nel Duomo, oppure conservate tuttora nel museo diocesano.
L’Hortus Conclusus venne realizzato nel 1992 col contributo dell’artista Domenico Paladino ed è un orto chiuso tra le mura del Convento di San Domenico. Un luogo silenzioso, molto particolare, cui si accede direttamente dai vicoli che partono da Corso Garibaldi. Secondo Paladino, l’orto deve essere un luogo di pace, di meditazione, dove l’uomo può trovare quella tranquillità necessaria per riflettere alla ricerca della propria interiorità. Nell’Hortus Conclusus troviamo interessanti opere di avanguardia, come il Cavallo di bronzo, l’enorme disco che pare piovuto dal cielo e funge anche da fontana, l’Uomo dalle lunghe braccia, l’Ombrello capovolto, la grande vasca piena d’acqua con la panchina formata da blocchi di cemento colorato.
Il palazzo si trova proprio a metà del Corso Garibaldi ed è il tipico esempio di architettura manieristica: splendida è la facciata esterna specie quando illuminata di sera. I lavori di costruzione iniziarono nel 1598 su volere di Paolo Borghese, futuro papa Paolo V. Il progetto iniziale prevedeva solo due ambienti, quindi avrebbe dovuto essere un palazzo piuttosto piccolo. Successivamente venne ampliato inglobando anche l’attigua chiesa di Santa Caterina. Il cortile interno è interessante per le numerose lapidi. A Benevento fu il primo edificio ad essere servito dall’illuminazione artificiale nel 1774 mentre oggi è la sede di numerosi eventi cittadini, di mostre e di esposizioni d’arte.
Pochi sanno che a Benevento vi è anche un’Anfiteatro Romano molto importante in epoca imperiale, riportato appena parzialmente alla luce negli anni ’80. Al di la di alcune fonti storiche in cui si parla di quest’opera romana a Benevento, le uniche sue tracce si rinvenivano un tempo in alcuni frammenti calcarei raffiguranti elmi, scudi e lance, tipiche dai gladiatori, utilizzati per adornare palazzi e edifici del centro storico. Solo nel 1985 casualmente si rinvennero numerosi resti che lasciavano presagire la presenza di un enorme edificio adibito agli spettacoli gladiatori. Venne edificato nel I secolo d.c. e sorgeva appena al di fuori dal centro cittadino, direttamente sulla via Appia, a poche decine di metri dal Teatro Romano e dal Ponte Leproso. Poteva contenere fino a 30.000 persone e Tacito ci testimonia che nel 63 d.c. lo stesso Nerone giunse in città per assistere ad uno spettacolo.
Purtroppo col passare dei secoli l’Anfiteatro cadde nell’abbandono più totale, le sue mura e le sue colonne utilizzate per costruire e abbellire altri edifici. Le sue antiche strutture sono state letteralmente sventrate con la costruzione di nuovi edifici e, soprattutto, con la costruzione della stazione Appia. Oggi alcuni resti parzialmente riportati alla luce si possono osservare proprio in prossimità della stazione Appia, in un’area recintata, anche se sono in stato di semi abbandono. Merita tuttavia una visita perché sappiamo che è il terzo anfiteatro per grandezza (dopo il Colosseo e L’arena di Verona) e per le testimonianze storiche di Tacito che ce ne parla.
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