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Piatti tipici della Campania: enogastronomia e tradizione

alici di cetara

Seguici in un saporitissimo viaggio enogastronomico gustando i piatti tipici della Campania. Da Napoli, capoluogo di Regione, all’entroterra questo territorio non offre solo bellezze paesaggistiche uniche e luoghi ricchi di storia ma anche una cultura enogastronimica invidiata in tutto il mondo. In Campania si mangia in modo divino! La cucina campana è famosa nel mondo per le sue peculiarità. La mozzarella di bufala, la pizza, la pasta, l’olio e i vini docg sono solo alcune delle prelibatezze che potrai assaporare durante un tour di degustazione. Tanti e diversi sono gli itinerari del gusto, c’è solamente l’imbarazzo della scelta e la voglia di girare con la curiosità di assaggiare e di provare delizie che solo in questa terra sanno produrre!

Iniziamo il nostro tour!

Pizza di Napoli: la margherita

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Alzi la mano chi venendo a Napoli non ha mai provato almeno una volta la pizza napoletana. La pizza per eccellenza è la margherita. Gli ingredienti sono: il pomodoro San Marzano, la mozzarella di bufala, qualche foglia di basilico e un filo d’olio a crudo. Caratteristica pizza dal cornicione alto e dal sapore unico cotta nel forno a legna. Difficile dire dove si mangia la migliore pizza margherita, visto che a Napoli, ma in generale in tutta la Campania, qualsiasi pizzeria la realizza in maniera eccellente rispettando una semplice ricetta secolare. Dopo aver assaggiato la pizza non dimenticare di gustare il famoso caffè napoletano. Il suo segreto? Ce ne sono diversi, sicuramente uno è la miscela di caffè che deve essere di ottima qualità, arabica o robusta. Molti affermano che il vero segreto è nell’acqua, altri nell’aria della città partenopea. Deve essere ristretto e cremoso, gustato preferibilmente amaro senza zucchero.

La Mozzarella di Bufala Campana

mozzarella di bufala campana

Vera delizia per il palato, la mozzarella di bufala è un prodotto tipicamente campano che viene prodotto principalmente in tutti i comuni della provincia di Caserta, ma a che in alcuni comuni della provincia di Salerno, localizzati nella zona del Cilento, e in alcuni comuni di Napoli e di Benevento. Un alimento importante della cucina campana a cui è stato riconosciuto il marchio DOP, prodotto con latte fresco di bufala e dalle origini antichissime. Diversi manoscritti attestano che già nel XIII secolo i monaci del monastero di San Lorenzo di Capua erano soliti offrire ai viandanti un formaggio fresco chiamato “mozza” e ricavato dal latte delle bufale. Questo nome deriva sicuramente dall’operazione del mozzare la pasta filata con l’indice e il pollice. Il suo sapore, il suo aroma profumato e la sua consistenza unica ne fanno il latticino fresco più apprezzato al mondo. Quando la si taglia, il veder uscire il latte dalla mozzarella è una gioia per occhi oltre che per il palato.

Ti consiglio di mangiarla il giorno stesso in cui è stata prodotta, per assaporarne tutta la fragranza. Dove mangiarla? Domanda alla quale è quasi impossibile rispondere per il fatto che tutte le mozzarelle di bufala prodotte in Campania sono eccellenti anche se naturalmente i loro sapori differiscono perché il latte cambia a seconda dei territori di allevamento. Diciamo che le mozzarelle di bufala più rinomate sono quelle prodotte nel casertano e nel salernitano, specie quelle di Battipaglia e Paestum, con gusto e sapori differenti. Nel casertano si utilizza la salamoia, quindi sono piuttosto saporite; nel salernitano, invece, l’uso del sale è limitato e si apprezza maggiormente il sapore del latte fresco e l’aroma più selvatico.

I Paccheri di Gragnano

paccheri di Gragnano

In provincia di Napoli c’è la capitale mondiale della pasta: Gragnano. Nota in tutto il mondo per la sua pasta dalla superficie rugosa, ideale per trattenere tutti i tipi di condimento, frutto della trafilatura al bronzo. Di colore giallo paglierino, con  quel gusto inconfondibile che le viene donato dalla particolare lavorazione, dall’acqua delle fonti locali e dalla lenta essiccazione, rappresenta un’eccellenza gastronomica italiana. Già nel XVI secolo Gragnano iniziò a produrre la pasta di semola di grano duro. Ferdinando II di Borbone nel 1845 stabilì con regio decreto che Gragnano avrebbe fornito la sua pasta alla corte Borbonica.

Oggi l’UE ha riconosciuto alla pasta di Gragnano il marchio IGP, sinonimo di qualità, per tutelare la pasta prodotta esclusivamente nella zona di Gragnano. I paccheri di Gragnano sono sicuramente il formato più noto: molto grandi, prendono il nome dal rumore che fanno quando si versano sul piatto e che ricorda quello di uno schiaffo, che in dialetto napoletano si dice “pacca”.

Numerose sono le ricette in cui questo formato di pasta viene utilizzato. Fra quelle più gustose ricordiamo i paccheri al forno alla Sorrentina e quelli al forno ripieni con melanzane, pomodorini e provola affumicata. Sono buoni con tutto e con tutti i ripieni: con ragù di pesce spada e pecorino, con mazzancolle e pachino, con il tonno fresco, ripieni con ricotta e basilico. Solo a parlarne viene l’acquolina in bocca…

I Limoni di Sorrento

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A una cinquantina di chilometri da Napoli c’è Sorrento, famosa in tutto il mondo oltre che per la sua bellezza paesaggistica anche per i suoi tipici limoni IGP. Possiamo senza dubbio dire che il limone di Sorrento è il re dei limoni, coltivato in territori scoscesi a “terrazze”, con delle proprietà organolettiche che gli vengono donate dal clima mite di questi territori. Vengono raccolti a mano e non con procedimenti meccanici per evitare che toccando il suolo si rovinino. Ricchissimi di vitamina C, hanno una buccia molto spessa che viene utilizzata nella produzione del famoso liquore Limoncello, per il quale serve la parte esterna della buccia. Ma, naturalmente, il limone sorrentino viene utilizzato dagli chef anche nella preparazione di altri piatti, specie quelli a base di pesce, oppure nella produzione di dolci: assolutamente da provare il Babà al Limoncello, oppure la Delizia al limone o il Sorbetto.

Le bontà del Parco Nazionale del Cilento

alici di cetara

Il Parco Nazionale del Cilento in provincia di Salerno offre al visitatore una cucina tipica molto gustosa. Innanzitutto il prodotto principe di questa terra è l’olio, anzi gli oli visto che qui si producono sia il DOP Colline Salernitane che il Dop Cilento. C’è una produzione olivicola importantissima, basata sulla qualità altissima e sull’impiego di tecniche di produzione moderne. Accanto all’olio troviamo i formaggi di pecora e di capra e numerosi tipi di salumi.  Ma per i palati sopraffini ci sono qui da gustare le Alici di Menaica, che prendono il nome dalle particolari reti con cui si pescano e che sono utilizzate esclusivamente a Marina di Pisciotta. Sono una prelibatezza perché possono essere mangiate subito e senza abbattimento, semplicemente con un po’ di limone, prezzemolo, olio, sale e aglio. Oppure possono essere stagionate in locali freschi e umidi per circa tre mesi. Sono un prodotto pregiatissimo, dolci, dal profumo intenso; per questo motivo sono anche il primo Presidio Slow Food della Campania.

Sui Monti Picentini a circa 70 chilometri dal Cilento, si possono invece gustare castagne, cereali, pomodori e nocciole pregiate.

I vini dell’Avellinese DOCG

vini di Avellino

In provincia di Avellino troviamo i vini più pregiati della Campania, apprezzati anche al di fuori dei confini regionali. Fra questi certamente meritano un’attenzione particolare il Greco di Tufo DOCG e il Fiano DOCG. Senza dimenticare naturalmente il Taurasi DOCG noto in tutto il mondo. La vitivinicoltura avellinese è millenaria, ma le tecniche di produzione si sono evolute nel corso degli ultimi anni e hanno dato origine a vini di qualità assoluta. Anche il vino DOP Irpinia Colline dell’Ufita sta riscuotendo numerosi consensi e, in generale, la proposta gastronomica dell’avellinese con l’olio extravergine di oliva, i formaggi ed i salumi è sempre molto apprezzata dai turisti.

I piatti tipici della Costiera Amalfitana

scialatielli

Una delle mete turistiche più rinomate al mondo è certamente la Costiera Amalfitana, a sud della penisola sorrentina, che si estende da Positano a Vietri sul Mare. E’ veramente difficile parlare di tutte le innumerevoli delizie gastronomiche che ognuno dei piccoli borghi offre ai suoi visitatori. Amalfi è nota per gli scialatielli fatti a mano, una pasta che si condisce con pomodorini freschi e vongole veraci.  Gustosissime sono poi le minestre di verdure, specie quelle di scarola e verza. Tipico di Atrani è il Sarchiapone, cilindretti di zucca farciti con carne tritata e formaggio.

In tutte le principali località della Costiera i piatti più rinomati sono tutti a base di pesce, come a Positano Cetara e a Vietri. Se vai a Minori devi assolutamente provare i tagliolini al limone o gli scialatielli allo scoglio. Senza però tralasciare il risotto con agrumi e gamberetti! Ravello è rinomata invece per il vino DOC Ravello Costa d’Amalfi.

I piatti della tradizione beneventana

Falanghina IGP Beneventano

Nel nostro tour enogastronomico campano non può di certo mancare una tappa a Benevento. Città dal fascino misterioso e antico, la sua cucina è realizzata con ingredienti semplici, le sue ricette vecchie di secoli si tramandano di madre in figlia.

Cosa mangiare a Benevento? Certamente molti primi piatti della tradizione contadina, che servivano agli uomini per affrontare il duro lavoro nei campi. Famosa in questa zona è la Minestra Maritata, piatto tipico delle festività natalizie che può però essere gustato nelle trattorie anche nei mesi invernali. Si tratta di una pietanza tipica con cotiche salate, prosciutto di Pietraroja, peperoncino e lardo.

Tipici di questa zona sono i fusilli fatti a mano e conditi con ragù creato con passata di pomodoro, braciole di carne e pecorino di Vitulano. Da assaggiare anche le lasagne di ceci e la pasta coi cavolfiori. Passando ai secondi, un piatto tipico sannita è l’Ammugliatielli, cioè le interiora dell’agnello che vengono riempite ed insaporite con spezie, verdure e aromi vari.

Immancabili nella tavola beneventana sono i peperoni imbottiti e fritti, i carciofi di Pietrelcina e i funghi di Cusano Mutri. Piatto tipicamente beneventano e assai robusto è la carne di maiale accompagnata da patate e peperoni sottaceto. Tra i formaggi ti suggerisco di provare il Caciocavallo di Castelfranco in Miscano dal gusto delicato e da sciogliere appeso sopra la brace e spalmare sul pane (caciocavallo impiccato).

Per innaffiare cotante prelibatezze ci sono i vini del Sannio, fra cui i bianchi Falanghina e Coda di Volpe e, naturalmente, il vino Aglianico rosso per accompagnare i piatti più robusti. Per terminare il pasto suggerisco un bicchierino di Strega, il celebre liquore utilizzato anche per aromatizzare i dolci ed apprezzato in tutto il mondo.

A questo punto non ti è venuta voglia di fare un tour enogastronomico e provare qualcuna di queste specialità campane?

Se vuoi puoi affidarti ad una delle numerose agenzie di viaggio che organizzano tour guidati alla scoperta dei sapori tipici campani. Anche la nostra agenzia di viaggi organizza tour di degustazione mettendo a disposizione auto a noleggio, van e servizio minibus. Puoi rivolgerti a noi con la massima fiducia perché abbiamo dei consulenti preparatissimi che possono consigliarti il tour che più si confà alle tue esigenze. Puoi contattarci direttamente chiamando lo 0824482030 oppure richiedere maggiori informazioni compilando il nostro modulo di contatto.

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