La Campania, con i suoi sei milioni di abitanti, è una delle regioni più popolate d’Italia, è anche la regione con il maggior numero di siti riconosciuti dall’UNESCO, come il sito archeologico di Pompei ed Ercolano, la Costiera Amalfitana, la Reggia di Caserta e la Chiesa di Santa Sofia a Benevento. La Campania però non è solo arte e cultura, ma anche natura, vino e cibo. La mozzarella di bufala, i pomodori San Marzano, la mela annurca di Avellino e il carciofo di Paestum sono solo alcuni esempi di prodotti tipici che dovete assaggiare se venite in questa regione!
I latini chiamavano la Campania “felix” per esaltare la fertilità delle sue terre e il clima estremamente favorevole; per questo motivo la Campania fu abitata da popoli antichi fin dal secondo millennio a.C., dagli Osci per l’esattezza. Oggi, oltre il 25% del suo territorio è contrassegnato da “aree protette” come il Parco Nazionale del Vesuvio, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e il Parco Regionale dei Monti Picentini.
La Campania è anche sole, mare e isole famose in tutto il mondo, come Capri, Ischia e Procida.
Montagne, isole, pianure e colline, questa regione è in grado di soddisfare tutti i gusti in fatto di natura e paesaggi. Paestum e Salerno sono al centro di una vasta area pianeggiante chiamata Piana del Sele, zona molto importante per l’agricoltura, soprattutto per la produzione di pomodori, insalate, fragole, frutta. Di fronte a Napoli si trovano le isole della Campania: Nisida, Capri, Ischia, Procida e Vivara, tutte molto importanti dal punto di vista naturalistico e turistico. La regione è attraversata dall’Appennino centrale che comprende massicci come i Monti Alburni, il Monte Cervati e i Monti Trebulani, mentre nella zona costiera si trovano massicci vulcanici come i Campi Flegrei, Roccamonfina e il Somma-Vesuvio.
Gli abitanti originari della Campania erano tre gruppi che parlavano tutti la lingua osca: Osci, Aurunci e Ausoni. Nel corso dell’VIII secolo a.C., popolazioni provenienti dall’Eubea, in Grecia, note come Cumani, cominciarono a stabilire colonie nell’area che si estende all’incirca intorno all’odierna provincia di Napoli. Un’altra tribù osca, i Sanniti, scese dall’Italia centrale in Campania.
Poiché i Sanniti erano più bellicosi dei Campani, conquistarono facilmente le città di Capua e Cuma, in un’area che all’epoca era una delle più prospere e fertili della penisola italiana. Nel 340 a.C. i Sanniti furono impegnati in guerra contro la Repubblica romana nelle Guerre sannitiche, con i Romani che si assicurarono i ricchi pascoli della Campania settentrionale al termine della Prima guerra sannitica.
Il principale insediamento greco indipendente rimasto era Neapolis e quando la città fu conquistata dai Sanniti, ai Napoletani non rimase altra scelta che rivolgersi ai Romani, con i quali stabilirono un’alleanza, dando inizio alla Seconda guerra sannitica.
Il console romano Quinto Publilio Filo riconquistò Neapolis nel 326 a.C. e le permise di rimanere una città greca con una certa autonomia come civitas foederata, pur essendo fortemente allineata con Roma. La seconda guerra sannitica si concluse con il controllo da parte dei Romani della Campania meridionale e di altre regioni più a sud.
La Sicilia e Napoli si separarono nel 1458, ma rimasero come dipendenze degli Aragona sotto Ferrante. La nuova dinastia potenziò il commercio di Napoli stabilendo relazioni con la penisola iberica. Napoli divenne anche un importante centro nel Rinascimento, con l’arrivo in città di artisti come Laurana, da Messina, Sannazzaro e Poliziano. Nel 1501 Napoli passò sotto il dominio diretto della Francia di Luigi XII, poiché il re napoletano Federico fu portato prigioniero in Francia. Questa sottomissione durò quattro anni. Poi La Spagna acquisì Napoli a seguito della battaglia del Garigliano e, di conseguenza, Napoli divenne parte dell’Impero spagnolo per tutto il periodo della Spagna asburgica. Gli spagnoli inviarono a Napoli dei viceré che si occuparono direttamente delle questioni locali: il più importante fu Pedro Álvarez de Toledo, responsabile di un notevole progresso sociale, economico e urbanistico della città.
Durante l’epoca di Ferdinando IV, la Rivoluzione francese arrivò a Napoli: Horatio Nelson, alleato dei Borbone, arrivò addirittura in città nel 1798 per metterla in guardia. Tuttavia, Ferdinando fu costretto a ritirarsi e fuggì a Palermo, dove fu protetto da una flotta britannica. Le classi inferiori napoletane (i lazzaroni) erano pie e realiste, favorevoli ai Borboni; nella confusione che ne seguì, combatterono l’aristocrazia napoletana filo-repubblicana, provocando una guerra civile. I repubblicani conquistano Castel Sant’Elmo e proclamano la Repubblica Partenopea, protetta dall’esercito francese. Si sollevò un esercito controrivoluzionario di lazzaroni guidati da Fabrizio Ruffo, che costrinse i francesi alla resa e ad abbandonare Napoli.
Ferdinando IV fu restaurato come re, tuttavia, dopo soli sette anni Napoleone conquistò il regno e insediò i re bonapartisti, tra cui suo fratello Giuseppe Bonaparte. Con l’aiuto dell’Impero austriaco e degli alleati, i bonapartisti furono sconfitti nella Guerra di Napoli e il Borbone Ferdinando IV riconquistò il trono e il regno. Il Congresso di Vienna del 1815 vide l’unione dei regni di Napoli e Sicilia per formare le Due Sicilie, con Napoli come capitale. Napoli divenne la prima città della penisola italiana a disporre di una ferrovia nel 1839, inoltre sorsero molte fabbriche in tutto il regno che lo resero un centro di commerci molto importante.
Nel settembre 1943 Salerno fu teatro dell’Operazione Avalanche e subì molti danni. Dal 12 febbraio al 17 luglio 1944 ospitò il Governo del Maresciallo Pietro Badoglio: in quei mesi Salerno fu “Capitale temporanea del Regno d’Italia“, e il re Vittorio Emanuele III visse in una villa nella sua periferia. Il 7 gennaio 2012 Salerno ha ricevuto il primo “Tricolore” con una cerimonia ufficiale dal premier Mario Monti per celebrare la gloriosa storia dell’Italia e delle sue antiche capitali.
Un museo legato agli eventi dell’Operazione Avalanche si trova in un monastero del XV secolo a Eboli. Il museo, inaugurato il 9 settembre 2012, è composto da uno spazio multimediale, esposizioni tridimensionali e una variegata collezione di immagini, musica, video e manufatti legati agli eventi dell’Operazione Avalanche.
Sono presenti anche armi militari, uniformi, cimeli delle truppe italiane, britanniche, americane e tedesche, con una sala dedicata a ciascuna. Molti degli oggetti esposti sono stati recuperati da vari scavi effettuati nei campi di battaglia dell’area circostante. Il museo possiede molti altri oggetti che evocano la cultura e i sentimenti di quel tempo, tra cui diari di guerra, documenti ufficiali e scritti privati di una comunità che fu catapultata al centro di uno dei più sanguinosi conflitti in Italia.
In Campania sono particolarmente sentite le feste religiose. San Gennaro è la festa più importante e conosciuta, che mobilita tutti i cittadini di Napoli e delle città vicine. Altre feste famose sono organizzate a Gesualdo, Morcone e Santa Anastasia. Sfilate, balli in maschera e carri allegorici sono organizzati in tutte e cinque le province della Campania. Ad esempio, a Palma Campania si celebra il Carnevale Palmanese, una festa che prevede sfilate di quadriglia, la banda mascherata di strada che ha radici nei carnevali napoletani del XVI secolo.
Anche la Costiera Amalfitana è costellata di celebrazioni, per esempio la festa di Santa Trofimena, “la Santa venuta dal mare”. Di solito un Santo Patrono viene festeggiato una volta all’anno. Gli abitanti di Minori, borgo della Costiera Amalfitana, sono però ancora più singolari perché festeggiano il loro Santo tre volte all’anno, il tredici luglio, il cinque e il ventisette novembre!
Le feste dell’acqua non sono una novità, ma un fiume che viene deviato per inondare le strade del paese è probabilmente unico al mondo. Ogni estate, nel paese montano di Campagna, succede proprio questo! L’evento si chiama ‘A Chiena, versione dialettale dell’italiano “la piena” e si svolge ogni anno da luglio ad agosto. Pare sia un’antica tradizione folcloristica nata dalla necessità di liberare le strade, soprattutto in estate quando la pioggia è un miraggio. Oggi è un’ottima tregua dal caldo e un sano divertimento per grandi e piccini.
Un importante festival culturale e musicale è il Ravello Festival, noto anche come “Wagner Festival”, un festival estivo annuale di musica e arti che si tiene nella città di Ravello, sulla costiera amalfitana. Il festival si tiene ogni anno dal 1953 ed ha preso origine dalla storica visita a Ravello nel 1880 del compositore tedesco Richard Wagner. Il compositore era rimasto talmente colpito dalla bellezza di Villa Rufolo a Ravello che si dice abbia proclamato, in riferimento a un personaggio della sua opera Parsifal, “Ecco il giardino incantato di Klingsor”.
La gastronomia italiana è apprezzata in tutto il mondo, ma in Campania abbiamo molti piatti tradizionali che bisogna assaggiare.
Vesuvius Travel Around è un progetto realizzato da Mazzone Turismo S.a.s.